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La stazione alpina di Biandino che potrebbe costituire per sé stessa la metà di una bella escursione, serve egregiamente per le ascensioni sul gruppo di monti che la circonda.
Principale e’ quella del Pizzo dei Tre Signori (metri 2554), ma anche altre salite interessanti sono quelle al Pizzo Varrone (m. 2332) ed al Pizzo di Trona (m. 2508).
L’ Annuario del Club Alpino Italiano Sezione di Milano, anno XIV – 1902, descrive la Valle di Biandino in questo modo:
“La Valle di Biandino che sbocca ad Introbio nella Valsassina, e che si conserva nel suo tratto inferiore stretta ed alpestre, alla Bocchetta di Biandino si distende in un ampia e ridente conca, chiusa dal Pizzo dei Tre Signori, dalla cima di Camisolo e da altre vette minori, in essa trovarsi sparse poche baite delle quali quella vicina alla Chiesuola venne fino dal 1881 e, col concorso della nostra sezione, adattata a rifugio alpino.
Al presente il rifugio e’ di proprieta’ privata, ha una stanza a pian terreno, due camere al piano superiore con 4 brande, materassi e coperte, oltre ad un fienile, in modo da poter dare alloggio a 11 persone, nella stagione estiva vi si tiene servizio d’osteria a cura della nostra guida Rigamonti Giuseppe detto Folatt di Introbio”.

Il rifugio di Biandino veniva gia’ ¹segnalato nella Guida-Itinerario per il XXVII Congresso degli Alpinisti Italiani tenutosi a Milano dal 2 al 7 settembre 1895.
Pizzo dei Tre Signori – m.2554 – rifugio di Biandino alla Madonna della Neve in Val Biandino – m. 1580 – proprieta’ privata – sussidiario dalla Sezione – servizio di osteria tenuto dalla guida Rigamonti Giuseppe detto Folatt di Introbbio – aperto da giugno a ottobre – tassa di pernottamento 50 cent.

Il dott Pozzi Giovanni nella Guida alle Prealpi di Lecco stampata nel 1883, fa una descrizione piu’ completa con qualche riferimento di toponomastica e storico:
“Chi proviene da Lecco entra nel paese d’Introbbio passando sul ponte gettato sul torrente Acquaduro, proveniente dalla Val Piana e dalla Bocchetta di Foppabona.
L’ alpinista per recarsi in Val Biandino deve prendere dopo il ponte la seconda contrada a mano destra, chiamata Leone Arrigoni, , e poi l’altra detta Fumagalli, infine la contrada del Ceppo, la cui estremita’ montana si continua nel sentiero per Biandino, attraverso la valle della Troggia, valle per la quale passo’ l’esercito del Cardinale di Sion, sconfitto poi da quegli arditi valligiani.

Ma per maggior esattezza dobbiamo dire che le strade principali le quali da Introbbio conducono a Biandino sono due: l’una a destra della Troggia, detta via Cavallo, l’altra alla sua sinistra”.
Seguono poi delle considerazioni molto personali:
“Senza scrupoli si puo’ dormire su del fieno nella chiesa, od andare a farsi affumicare nella vicina baita. – A quella chiesa traggono da Introbbio vecchi e giovani in processione in una data epoca dell’anno, per pregare non so piu’ qual santo e domandargli una grazia speciale che davvero non ricordo qual sia”.

In questa guida e’ inserita una incisione – la.prima conosciuta – del Pizzo dei Tre Signori veduto da Biandino, su disegno della Signora Fritsch (non meglio identificata).

Ma certamente una delle prime, se pur breve relazione su Introbbio e sull’arrivo della processioni di Biandino, si deve all’avvocato e alpinista Ercole Bassi di Delebio, nel prezioso volume “Escursioni alpine in Valtellina e dintorni ” stampato a Mantova nel 1884.

Il Bassi, si trova dopo aver ultimato la sua settima ascensione al Monte Legnone nel 1882, in un paese che non conosce, nella giornata dell’anno piu’ importante per quel paese, il 5 di agosto.
Questa situazione non prevista, gli consente di “fotografare” in maniera molto disinteressata gli avvenimenti in corso.

“Il paese o meglio la antica e grossa borgata era ingombra di soldati alpini che allegramente ne percorrevano le vie, ed entravano ed uscivano dalle osterie e dai caffe’, e facevano crocchio sulle piazze.
Facemmo una rapida corsa per l’abitato che ci parve pulito e grazioso, e bevemmo una buona birra in un modesto caffè. Si festeggiava non so quale solennità con grande concorso di popolo che assieme agli alpini dava un gran movimento al luogo.

Stava per arrivare una lunga processione che era di ritorno da una visita a non so quale santuario; gia’ se ne vedeva apparire l’avanguardia al risvolto di una mulattiera che s’innalza a nord-est di Introbbio, gia’ procedeva lentamente e serpeggiante qual biscia una lunga fila di confratelli, seguiti dai sacerdoti e poi da folto stuolo di popolo che si addensava quale armento, si scorgevano spiegati numerosi stendardi; si udivano vari canti religiosi in diversi accenti, e ritmi secondo i gruppi che li intuonavano, quando Rinaldo (fratello di Ercole autore di una guida molto dettagliata sulla Carnia, edita a Milano e Sondrio nel 1886), ed io decidemmo di rompere ogni indugio e di proseguire il nostro itinerario” – verso la valle della Troggia, poi per valli e monti fino al passo di San Marco -.

La Valle di Biandino, con sullo sfondo il Pizzo che della catena orobica costituisce la piu’ elevata cima occidentale, ed ascendendola dalla parte di Biandino, che e’ la migliore, si riesce a compiere una delle piu’ belle escursioni delle nostre prealpi; con la sua flora con tante specie endemiche, e la sua ricca fauna, merita una “protezione speciale” se si vuole salvare per le generazioni future dal degrado ambientale.

Allegate seguenti foto:

-copertina figurata della Guida alle Prealpi di Lecco del dott. Pozzi Giovanni, 1883;

-Incisione Pizzo dei Tre Signori veduto da Biandino su disegno della Signora Fritsch;

-Copertina a stampa della.Guida-itinerario per il XXVII Congresso degli Alpinisti Italiani tenutosi a Milano nel 1895;

-I primi sciatori in Val Biandino, 1902.

Giancarlo Valera

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