LA POLIZIA DI STATO RICORDA GIOVANNI PALATUCCI: UN “EROE SILENZIOSO”
Nella giornata odierna ricorre l’anniversario della morte di Giovanni Palatucci, ex Questore di Fiume, Medaglia d’Oro al Merito Civile e riconosciuto “Giusto tra le Nazioni” per aver salvato dal genocidio migliaia di persone.
Il Funzionario di Polizia, in servizio dal novembre 1937 all’Ufficio Stranieri della Questura di Fiume, salvò da sicura morte migliaia di Ebrei. Tutta la sua opera a Fiume si svolse soprattutto a favore di perseguitati politici e razziali, specie Ebrei.
Il 13 settembre 1944 fu arrestato dalla polizia di sicurezza germanica e tradotto nel carcere Coroneo di Trieste. Condannato a morte, poi graziato, fu deportato nel lager di Dachau in Germania il 22 ottobre 1944, dove divenne puro numero di matricola 117826.
Qui Giovanni Palatucci, consumato dagli stenti e dalla malattia, rese la bell’anima a Dio, il corpo alla terra, la sua memoria alla coscienza più alta dell’intera umanità.
Papa Giovanni Paolo II, nel Giubileo del 2000, lo ha citato trai i martiri del XX secolo e per questa testimonianza la Chiesa Cattolica ha iniziato il processo di beatificazione nel 2004 dichiarandolo “Servo di Dio”.
Al fine di onorare il suo sacrificio, nella mattinata di oggi, in Lecco – Riva Martiri delle Foibe, ha avuto luogo una cerimonia commemorativa dedicata al ricordo del valoroso Dirigente, dinanzi all’ulivo piantumato in memoria dell’ex Questore di Fiume, alla presenza del Prefetto di Lecco Sergio Pomponio, del Questore di Lecco Stefania Marrazzo, del Vice Sindaco di Lecco Simona Piazza, del Presidente della Provincia di Lecco Alessandra Hofmann, del Vice Presidente Provinciale A.N.P.S. Luca Checuz e dei Comandanti Provinciali delle Forze dell’Ordine.
Analoga iniziativa ha avuto luogo, sempre oggi, a Malgrate – Viale Italia Nuovo Lungolago, dinanzi all’albero piantumato in loco in memoria di Palatucci, alla presenza del Sindaco di Malgrate Michele Peccati.
Oggi, a distanza di 80 anni dalla morte dell’eroico Funzionario di Polizia, se ne ricorda il sacrificio, il coraggio e la tenacia nel salvare vite umane mettendo a rischio la sua stessa vita e la professione, esempio di generosità ed altruismo da consegnare alla nostra memoria con le stesse parole che lui stesso rivolse ai suoi collaboratori prima della deportazione “La Polizia significa vita, quella vita che serve ad aiutare il prossimo”.
Ad 80 anni dalla sua morte, ricordiamo un valoroso poliziotto che fece la scelta giusta, senza paura e senza esitazioni. Per questo è stato dichiarato “Giusto tra le nazioni”.
QUESTURA DI LECCO








