Sulla riva orientale del Lago del Segrino, all’inizio del camminamento: da un lato gli svassi con le orecchie rotonde che si tuffano in apnea tra canne e ondine, dall’altro lo spiffero della montagna che spruzza gocce di bava gelata sui petali gialli delle prime primule…e lì, solitaria, c’è la panchina rossa dedicata alle donne con una poesia di Alda Merini:
“Siamo state
amate e odiate,
adorate
e rinnegate,
baciate e uccise,
solo perché donne”
- Madri, spose, sorelle, figlie, nipoti, amanti, compagne, amiche: donne…coi grembiuli della fabbrica o le sottane in taffettà, dissero basta alla guerra. Come un terremoto la protesta femminile pacifica contro la Grande Guerra percorse tutta l’Italia. La voce trainante della marcia fu quella di Teresa Meroni che da Prato percorse la Val di Bisenzio, e il disperato urlo di dolore delle donne italiane, sulle quali ricadde il peso e l’onere della guerra, invase come lava incandescente il cuore della nazione.
Le donne protestarono in nome della libertà, della pace. dei diritti fondamentali dell’uomo come l’uguaglianza, la giustizia e il diritto di vivere dei propri figli, nipoti, padri, mariti…
Libro: “1917. Donne in marcia contro la guerra”, autori: Alessia Cecconi, Luisa Ciardi, disegnatore: Marco Perna, editore Djinn
