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Si è conclusa la parte teorica, sviluppata in quattro lezioni molto approfondite, da parte del dott. Maurizio Ghezzi di Sesto San Giovanni sulle tecniche dell’apicoltura. Il corso, organizzato dall’Università della Terza Età della Valsassina (Unitre) si è svolto presso la Comunità Montana a Barzio per 4 sabato pomeriggi consecutivi, dal 15 Marzo al 5 Aprile.

22 i partecipanti al corso, la maggior parte non iscritti all’UniTre, ma diversi apicoltori già praticanti, o interessati a diventarlo, provenienti non solo dalla Valsassina, ma anche da Lecco, dal Lago e persino dalla Valtellina (Traona).

Tutti sono rimasti più che soddisfatti dalla qualità delle relazioni, che hanno permesso loro di approfondire tecniche e comportamenti fondamentali nella gestione di un apiario.

La prima lezione riguardava il fantastico mondo delle api, la loro incredibile organizzazione, i loro diversi ruoli (api bottinatrici, fuchi, spazzine e naturalmente ape regina), le loro capacità di comunicazione attraverso voli concentrici.
“Una monarchia proletaria – l’ha definita Ghezzi – in cui l’Ape Regina sembra comandare ma in realtà fa quello che vogliono le api operaie !”.

La seconda lezione ha dato nozioni più specifiche di tecnica apistica, come si gestiscono le arnie, come fare per mantenere in salute le nostre api.
La terza invece si è concentrata soprattutto sulle malattie e sui nemici delle api (calabroni, insetti ecc.) che a volte possono anche distruggere un alveare.
Prevenire e cercare di allontanare le malattie e i predatori è un preciso compito dell’apicoltore.

La quarta invece, conclusasi ieri pomeriggio, ha riguardato più specificatamente la smielatura, cioè come togliere il miele dalle arnie e come trattarlo per avere la massima qualità e igiene.
Oltre naturalmente a dilungarsi sulle diverse qualità di miele ( da faggio, castagno, millefiori ecc.) e come preparare una etichetta precisa che eviti eventuali multe per mancanza di corrette informazioni.

Oltre alla perizia tecnica il relatore raccomanda anche un grande rispetto per il “benessere animale“: se raccogliere propoli e miele va bene, ma non dopo luglio (le api devono avere abbastanza miele per arrivare a sostenersi fino all’anno prossimo, dopo la stagione invernale) assolutamente sconsigliata la raccolta di “pappa reale“, che è il normale nutrimento dell’ape regina, ma la cui raccolta crea disastri nella vita nell’alveare, e altre pratiche poco corrette.

Il corso prevede poi sabato prossimo, se sarà bel tempo, una prova pratica presso le arnie della Cascina Cornella di Cremeno, dove i corsisti dovrebbero arrivare ben coperti, per evitare eventuali punture!

Ghezzi poi ha invitato i corsisti a partecipare all’ultimo suo incontro sempre presso l’UniTre a Barzio, previsto Mercoledì 21 Maggio prossimo, riguardante l”Api terapia“, cioè l’uso di punture di api e del loro veleno per fini medicinali, un rimedio spesso molto utile e positivo per guarire da alcune infezioni.

Naturalmente l’obiettivo finale del corso, come detto molto apprezzato, è quello di sviluppare non solo l’interesse verso l’apicoltura, ma anche di ampliare il numero di quelli che se ne occuperanno fattivamente, per ridurre la crisi dovuta alla morìa di api in questi ultimi anni, dovuta soprattutto a fattori ambientali non solo naturali (troppo caldo in estate e poca acqua) ma soprattutto dalle attività umane (sconvolgimenti ambientali e uso di prodotti chimici infestanti in agricoltura).
Inutile ricordare che senza api non maturerebbero frutti dai fiori , e l’equilibrio naturale sarebbe gravemente compromesso.

ENRICO BARONCELLI

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