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Lettera aperta

Al Prevosto di Lecco, al Decano e ai Parroci della città
Ci rivolgiamo a lei, pastore della Chiesa del nostro territorio, in questa Quaresima, periodo di
preghiera, penitenza ma anche di fiducia e speranza di futuro.
Mentre facciamo memoria di Gesù Cristo, ucciso dall’Impero con il benestare della
casta sacerdotale e risorto per noi, abbiamo negli occhi le immagini della sua terra martoriata e dei
suoi abitanti crocifissi senza fine.

Oggi come allora in Cisgiordania e a Gaza, terra di Gesù, si vive sotto un’occupazione atroce, allora
l’Impero, oggi l’imperialismo, allora la violenza di Roma, oggi la violenza di Israele. Le stragi,
l’aparthaid, le uccisioni mirate, la privazione dell’acqua potabile e del cibo, delle medicine,
dell’energia elettrica, utilizzate deliberatamente come armi di distruzione di massa per cancellare un
popolo, sono una realtà che non possiamo ignorare.
Bambini, donne, uomini: ciascuna e ciascuno con un nome, un’età, una storia: insieme formano una
fila infinita.

Non possiamo ignorare il genocidio in corso a Gaza, nel disprezzo più totale di ogni senso di
umanità, delle leggi e degli organismi internazionali.
Troppo spesso sentiamo pesare il silenzio e l’indifferenza intorno a noi di fronte a questa tragedia,
come davanti alle tante altre tragedie che insanguinano il nostro pianeta.
Non abbiamo da insegnare nulla a nessuno ma ci poniamo una domanda: se tutto questo è normale,
se vivere vuol dire assistere senza alzare un dito, dire una parola, fare qualcosa per dire “Non in mio
nome” che futuro e che terra costruiamo per noi e soprattutto per le future generazioni? Che
esempio diamo?

Per questo sentiamo la Quaresima come un momento privilegiato per rinnovare la nostra fede,
ma anche un’occasione per essere vicini ai nostri fratelli e sorelle che soffrono.
Sentiamo che non possiamo limitarci dalle nostre città ad “osservare la Storia”, perché è nel luogo
in cui viviamo che “si fa la Storia” e noi cristiani abbiamo il dovere di fare una Storia di giustizia, di
fratellanza, di condivisione, di amore.
Quest’anno, durante il cammino verso la Pasqua, sarebbe bello che ogni nostra parrocchia e
comunità si impegnasse a vivere la Quaresima non solo come un tempo di penitenza personale e
riflessione intimista, ma anche come una chiamata a non dimenticare la sofferenza di chi vive nella
Terra che ha visto nascere Gesù, lo ha visto crescere, camminare, guarire, morire e risorgere.

Sarebbe significativo se le nostre riflessioni e sacrifici quaresimali potessero essere accompagnati
da gesti concreti di solidarietà verso chi soffre in quella regione..
Consideriamo l’opportunità di promuovere durante la Quaresima iniziative di preghiera per la pace,
momenti di raccolta fondi o di sensibilizzazione che possano aiutare concretamente le comunità in
Terra Santa.
Non possiamo lasciare che la distanza geografica ci separi dalla realtà quotidiana di chi sta vivendo
l’esperienza della Croce, perché oggi lì viene crocifisso Gesù.
Sappiamo che la Resurrezione è la possibilità di cieli nuovi e terra nuova, per questo non
permettiamo che ci privino della possibilità di un futuro umano.

Sappiamo che Lei è molto attento alle persone, a chi soffre e a chi se ne prende cura, per cui le
scriviamo fiduciose e fiduciosi.

Maria Andreotti, Miriam Arcelli, Anna Arigoni, Manuela Lavelli, Silvia Airoldi, Lorenza Pozzi,
Antonio Dell’Oro, Monica Ghislanzoni, Ornella Sala, Antonietta Corti, Margherita Dell’Oro,
Costanza Stabilini, Silvana Cestaro, Francesco Augurio, Chiara Riva

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