Al C. Ferrari di Galbiate l’Assemblea annuale ACEC della Diocesi di Milano
Sono un centinaio le Sale della comunità della Diocesi di Milano che fanno capo all’Acec (Associazione Cattolica Esercenti cinema) tra cui anche il cine teatro Bruno Colombo di Pasturo. Una realtà importantissima che sta acquisendo sempre più un ruolo centrale nell’offerta di cinema di qualità, un presidio culturale e di crescita ormai irrinunciabile. Basti pensare che un esercizio cinematografico su tre è rappresentato da una Sala della comunità.
Ebbene, proprio in una di queste sale, il cine-teatro Cardinal Ferrari di Galbiate, si è svolta sabato 12 aprile l’annuale assemblea dei soci Acec della Diocesi di Milano. Una grande soddisfazione per il parroco don Erasmo Rebecchi e per tutto il Gruppo Cinema (oltre sessanta i volontari) guidato da Claudio Negri che hanno accolto nella moderna sala di largo Indipendenza oltre trenta rappresentanti delle Sale della comunità della Diocesi e ascoltato le relazioni di don Gianluca Bernardini, che dell’Acec-Sdc è presidente nazionale, di Riccardo Checchin, segretario generale Acec, e di Stefano Fumagalli, referente amministrazione e progettazione per Acec-Sdc.
“Si cresce se si è uniti – ha sottolineato don Gianluca Bernardini – Il mantenimento delle sostenibilità delle nostre sale, in uno scenario che cambia rapidamente, non può che passare attraverso il consolidamento della nostra rete e un sempre più attivo dialogo con le istituzioni”.
Non è un caso – come ha ricordato Riccardo Checchin – che le Sale della comunità, piccoli e grandi luoghi dove si fa cinema e cultura lontano dalle multisale e con la concorrenza spietata delle piattaforme, stanno guadagnando nel panorama italiano sempre più numeri e spazio in un settore, quello in generale del cinema, che si tiene in piedi grazie anche ai numerosi bandi regionali e nazionali e usufruisce da parte del Ministero di risorse pari a un miliardo di euro”.
Le sale della comunità valgono il 10% del mercato, il che può essere uno stimolo a fare di più ma anche un rischio nel momento in cui in Italia il Ministero ha l’obiettivo dei 100 milioni di biglietti, mentre in Italia siamo ai 70 milioni (contro i 300 milioni della Francia!) e spinge dunque per maggiori proiezioni estive e simpatiche promozioni non sempre però alla portata delle piccole sale (anche per mancanza in luglio e agosto, ha ricordato Claudio Negri, del prodotto essenziale: i film da programmare). Qui entra in gioco anche il problema della distribuzione, come altro nodo irrisolto – e ci si sta lavorando, ancora – è quello dello streaming: troppo poco in Italia lo spazio temporale tra arrivo nelle sale di una pellicola e il suo sbarco sulle piattaforme.
L’assemblea è comunque trascorsa tra bilanci dell’attività 2024, tutti più che positivi, e scenari futuri tra cui spiccano gli eventi in programma: dalla partecipazione a Ciné, a Riccione dal 1 al 4 luglio 2025 a cui Acec aderisce con sempre più partecipanti, alle Olimpiadi della Cultura nelle comunità (10-12 eventi in diverse sale Acec e oratori fino all’inizio della Olimpiadi e Paralimpiadi invernali 2026), al Giffoni in a Day (otto giornate con protagonisti bambini e famiglie), oltre agli appuntamenti annuali per approfondire le tematiche e gli scenari del settore.
Più tecnico, ma seguito con interesse dai partecipanti all’assemblea, l’incontro con il presidente della BCC Valsassina, Giovanni Combi, sulla possibile cessione dei crediti d’imposta delle Sale della comunità. Un’opportunità comunque utile, già sperimentata con successo dal C. Ferrari di Galbiate, sempre e comunque con l’obiettivo di fare crescere un bene che è poi, come nella realtà delle sale cinematografiche parrocchiali, di tutta la comunità.
