Caro Matteo Maria Zuppi,
io non voglio tirartela, lo sappiamo tutti ormai che in Conclave chi entra Papa poi esce Cardinale, però io ci spero, che ci devo fare? E ci spero da quella prima volta in cui ti ho visto in bicicletta in giro per Bologna.
Pedalavi tranquillo, col tuo semplice abito talare, il sorriso e le cuffiette. Eri talmente uno di noi che non ti avevo riconosciuto. Certo, avevo sentito parlare di te. Ma da qui ad aspettarmi Don Matteo ce ne passa.
E invece eccoti lì, mentre parcheggiavi la tua bicicletta, sorridevi e stringevi le mani a tutti davanti al bar in cui ero seduto io.
“Ma chi è?” ho domandato a una amica bolognese da cui ero in visita.
“Che vuol dire chi è? È Zuppi!”
Era il 2019 ed eri stato da poco nominato Cardinale. Certo, ormai anche Papa Francesco aveva aperto una nuova era, ma quando pensavo a un cardinale mi immaginavo ancora il perfido Richelieu dei romanzi di Dumas, o comunque un uomo vestito di rosso, tutto ingioiellato e col sorriso arcigno come quelli che vedevo in tv.
E invece eccoti lì. Uno di noi. Ok, a guardarti bene avevi il collarino e il crocifisso, ma eri uno di noi. Ed ecco perché ti salutavano tutti. Non era quel rispetto che si riserva alle figure di potere. Era calore umano. Perché tu sei così, tanto che mi viene spontaneo darti del tu anche adesso che sei in lizza per diventare Papa.
Ma magari.
Perché tu continueresti il cammino intrapreso da Papa Francesco.
La tua semplicità (ancora oggi vivi in un pensionato per preti anziani), il tuo costante impegno per la pace, la tua disponibilità al dialogo con la gente comune, la tua mano da sempre tesa ai più deboli, ai poveri, agli emarginati, ai carcerati e ai malati, sono quello di cui abbiamo bisogno. Così come la tua mentalità aperta e inclusiva che avvicina le nuove generazioni alla Chiesa.
Eppure, lo sappiamo, questi tuoi punti forti potrebbero rivelarsi anche punti deboli per la tua elezione.
Quindi non ci rimane che sperare.
Saresti un Papa straordinario in questo mondo contorto.
Con affetto,
Massimiliano Caruso
(alias “Come sorridere in un mondo contorto”)
da Facebook
