Molto partecipato l’incontro svoltosi con la Dr.ssa Cecilia Pirrone, psicologa e psicoterapeuta, nell’incontro “Aiuto! Ho un figlio adolescente” organizzato dall’ASD Sport Valsassina, svoltosi lunedi sera a Introbio presso il Salone dell’Oratorio parrocchiale.
Introdotta da un breve saluto di Don William, la psicologa, madre anche lei di tre ragazzi, è entrata subito in argomento, davanti ai numerosi genitori presenti, per “riflettere insieme” sul miglior tipo di rapporto da instaurare tra genitori e figli.
A partire dai problemi specifici della adolescenza (all’incirca tra i 10 e i 17 anni) un’età di grande sviluppo fisico (in Prima Media entrano ancora bambini, in Terza a volte sono più alti degli insegnanti) di grandi tempeste ormonali, ma a cui non si accompagna ancora una maturità intellettiva.
E’ una età di sviluppo ma anche di facili crisi, argomento su cui ha insistito la psicologa:”Mai riversare sui ragazzi una sequela di rimproveri, recriminazioni: la cosa più sbagliata da dire è “tu non capisci nulla, non fai mai nulla di buono”, perchè altrimenti i ragazzi si demoralizzano e si lasciano andare”.
“Se non faccio mai nulla di buono – è il loro conseguente ragionamento – allora tanto vale che non mi impegni”.
“Al contrario invece, bisogna sottolineare gli aspetti positivi del loro operato, se sono riusciti in qualche cosa, lodarli e gratificarli in modo che si ripetino”.
“La famiglia deve dare pillole di gioia, di gratificazioni e di momenti piacevoli: guai se i ragazzi vedono sempre adulti arrabbiati, delusi e depressi !”
“I ragazzi hanno bisogno di ADULTI AUTOREVOLI (non autoritari) che non stiano sempre loro addosso, lasciando loro un margine di libertà e di autodeterminazione. Controllarli sì ma senza essere asfissianti”.
La dottoressa ha citato il caso di una ragazza che chiedeva alla mamma di lasciarle mettere in ordine come voleva lei l’armadio della sua cameretta.
La Famiglia non è più una “Famiglia Normativa“, che detta le regole e si aspetta che tu ti comporti al meglio, ma una “Famiglia Affettiva“, dove ci sono relazioni reciproche che i ragazzi in realtà cercano intensamente.
” Uno dei problemi è naturalmente l’ampio uso dei cellulari: spesso i genitori li forniscono ai figli per controllare cosa fanno e dove sono” (la Pirrone ha ricordato il caso di una madre che mandava moltissimi messaggi ogni giorno alla figlia, a cui purtroppo per lei doveva rispondere, per non allarmare la madre) “ma non bisogna abusarne, e naturalmente cercare di controllare l’uso che i ragazzi ne fanno. Non solo per evitare di entrare nei siti pornografici, ma a volte per mandarsi messaggi devastanti ” ha ricordato l’ultimo caso di cronaca di un ragazzo che si è suicidato per una serie di orribili messaggi di mobbing a lui diretti.
“In realtà i ragazzi hanno molta paura del dolore, dal quale sempre più difficilmente riescono a risollevarsi: se una ragazza/o è abbandonata/o dal suo fidanzato/a, una volta si soffriva un po’ ma poi ce ne si faceva una ragione. Ora il dolore è molto più profondo, amplificato dai social e dalle immagini fotografiche, fanno più fatica ad uscirne. Ma allo stesso tempo hanno paura di riversare il loro dolore sui genitori. Anche un brutto voto da loro può essere affrontato con più serenità (” questo compito è andato male ma il prossimo andrà meglio”) mentre a volte temono gli effetti deprimenti di un brutto voto sui loro genitori”.
Insomma, in conclusione, una serata ricca di spunti di riflessione sicuramente utili per molti genitori presenti: una ottima iniziativa della Associazione Sportiva Valsassinese, che ha festeggiato così i suoi 20 anni di attività.
ENRICO BARONCELLI